Taijiquan settimanale

Da Lunedì 8 Ottobre 2018 a Lunedì 27 Maggio 2019, presso il Centro Anziani Trastevere (Viale Trastevere n° 143/C), Costo € 50 mensili (Iva esclusa). Prevista una prima lezione gratuita.
Zhang Sanfeng
Il taijiquan è stato creato dal taoista Zhang Sanfeng, dopo aver osservato la lotta tra una gru ed un serpente: i movimenti sinuosi e circolari di quest’ultimo avrebbero fornito l’ispirazione per codificare le movenze del taijiquan. Da studi approfonditi sull’origine del taijiquan emerge la famiglia Chen nel villaggio Chenjiagou (陈家沟), nella provincia dello Henan. Il fondatore ufficiale del taijiquan è stato Chen Wangting (陈王庭), vissuto tra il 1580 ed il 1660, appartenente alla IX generazione della famiglia Chen. Chen Wangting funzionario dell’esercito imperiale aveva uno stile di combattimento eccellente. Dopo la caduta della dinastia Ming, Chen Wangting dedicò il resto della propria vita al perfezionamento della sua abilità marziale, trasmettendo le tecniche ai suoi successori. Elaborò sequenze marziali che comprendevano cinque forme (套路, Taolu) molto dinamiche e una forma di “lunga boxe”. Nei secoli a venire, però, la maggior parte dei discendenti della famiglia Chen abbandonarono lo studio di tali sequenze. Durante la XIV generazione vissero due esponenti molto importanti della famiglia Chen: Chen Youben (陈有本) e Chen Changxing (陈長興). Il primo si trasferì nel vicino villaggio di Zhaobao e modificò i movimenti del taijiquan, diminuendo l’estensione delle posizioni. Nacque così lo stile di Zhaobao, chiamato anche xiao jia (小架). Chen Changxing (1770 – 1853), invece, raggruppò insieme i frammenti delle forme tradizionali, le quali erano state in gran parte dimenticate, e formò due sole sequenze. La prima era composta da movimenti lenti e fluidi, mentre la seconda comprendeva azioni più atletiche e dinamiche. Queste due sequenze furono chiamate “nuova intelaiatura” (新架, xinjia), in quanto costituiva una novità rispetto alle forme precedenti, che quindi furono identificate con “vecchia intelaiatura” (老架, laojia). Il maestro più grande che viene ricordato in seno alla famiglia Chen è certamente Chen Fake (陈發科), vissuto dal 1887 al 1957. Insegnò a Pechino e da lì diffuse largamente lo stile Chen quando, come anche oggi, lo stile più diffuso era lo stile Yang. Egli apportò alcune modifiche nel modo di eseguire la forma, rendendo i movimenti più circolari e ricchi di leve articolari (qinna). Al ritorno a Chenjiagou, l’esecuzione era diversa da quella ideata da Chen Changxing che fu chiamata “nuova intelaiatura”, prendendo quindi il nome delle sequenze ideate da Chen Changxing, le quali furono a loro volta identificate come “vecchia intelaiatura” (sostituendo perciò il nome dato alle sequenze originali del taijiquan). Ancora oggi, quindi, per “xinjia” si intende la forma di Chen Fake e per “laojia” quella di Chen Changxing. Oggi i rappresentanti, appartenenti alla XIX generazione, sono Chen Zhenglei, Chen Xiaowang, Wang Xi’An e Zhu Tiancai, noti anche come i 4 guerrieri custodi di Buddha.
Caratteristiche
Lo stile Chen tradizionale ha sicuramente mantenuto uno spirito marziale più evidente di quello che si può trovare negli stili da esso derivati. In particolare esistono due caratteristiche peculiari: il chansi jin (缠丝劲) ed il fa jing (发劲). Il chansi jin è un modo particolare di utilizzare la forza, attraverso movimenti a spirale. In particolare il chansi jin modifica grazie alla circolarità la direzione di una spinta ricevuta dall’avversario. Per allenare questo principio sono stati codificati cinque esercizi da compiere in continuità per acquisire la capacità di agire secondo traiettorie circolari. Questi esercizi prendono anch’essi il nome di “chansi jin”.
Il fa jing è una tecnica per emettere la forza interna (劲, jin) in modo esplosivo, attraverso la coordinazione del respiro con il movimento, che deve essere estremamente rilassato. Il Qi, normalmente custodito nel Dan tian, attraverso la coordinazione dei movimenti scorre lungo l’arto fino a raggiungere l’estremità (mano, piede, spalla etc) e a fuoriuscire generando una forza molto superiore al solo vigore muscolare. Il Tai Ji è un arte sia fisica che mentale, che deriva da una sincronizzazione dello yin (corpo) con lo yang (mente), o in altre parole attraverso l’armonizzazione dell’interno con l’esterno. Si basa sul DAO dell’universo o la teoria yin/yang, pensiero fondamentale del taoismo. Dunque tutte le azioni devono rispettare la legge yin/yang. Per esempio avanzare-indietreggiare, girare a destra-girare a sinistra, alto-basso, crescita-diminuzione. La pratica richiede la perfetta sincronizzazione di tutte le parti del corpo, mente e soma, forza e flessibilità. I movimenti in vuoto, il corpo pieno di Qi (energia). Dunque la teoria yin-yang o DAO dell’universo è definita dalla pratica del taijiquan, la si applica anche nella vita di tutti i giorni. Pertanto il taijiquan è un arte autentica di vita, filosofia palpabile da applicare sempre.
Metodo di apprendimento
Gli strumenti tradizionali per apprendere il taijiquan stile Chen sono essenzialmente tre: gli esercizi di base, le forme (套路, taolu) e la spinta con le mani (推手, tuishou). Le prime sono sequenze prestabilite di movimenti, con le quali il corpo si abitua a muoversi secondo i canoni di quest’arte marziale, oltre che a rafforzarsi. Le seconde racchiudono i principi generali in una sequenza ordinata di azioni circolari che consentono all’allievo di prendere confidenza con il proprio corpo, la propria energia e il proprio equilibrio. Come in molte arti marziali cinesi poi, anche nel taijiquan esistono anche le forme con le armi. Le armi tradizionali che vengono principalmente utilizzate sono la sciabola, la spada, l’alabarda o guandao, la lancia.
Corso di Taijiquan
(Stile Chen)
Il corso si svolge presso il Centro Anziani di Viale Trastevere 143/C (molto vicino al centro clinico QUIMETAO Studium). Da Lunedì 8 Ottobre a Lunedì 25 Maggio 2020 – Costo € 50 mensili (+IVA). La prima prova è gratuita
Info: 065816501-065816789 – info@quimetao.it